STORIA
Il 27 agosto 1900 il Consiglio Comunale della città di Brescia deliberava la nascita di una nuova istituzione di beneficenza da intitolarsi al re Umberto I, e da destinare alla "?.cura dei bambini dai 2 ai 7 anni, poveri d’ambo i sessi della città e della provincia, ammalati di malattie acute, mediche e chirurgiche?.." (art.3 dello statuto).
Allo scopo furono stanziate 50.000 lire a cui l’Amministrazione Provinciale e la "Congrega Apostolica" aggiungevano, nel 1901, altre 30.000 lire a conferma che la municipalità e la generosità bresciane si assumevano, a tutti gli effetti, la paternità e la tutela dell’"ospedalino".
La prima sede dell’ospedale dei bambini fu ricavata da locali di un reparto dell’Ospedale Civile ma la crescita dell’istituzione, già comunque titolare di una specifica, propria identità, richiese di adottare il dismesso "ospedale dei rachitici" quale nuova ed autonoma sede di attività.
Negli anni ’30, mentre l’"ospedalino" acquisiva, grazie al generoso lascito della Contessa Nava-Contrini, gli spazi e l’edificio per una nuova sezione (il "Ronchettino"), e veniva riconosciuto con Decreto 9 Marzo 1939 "Ospedale specializzato di I categoria" (qualifica corrispondente, in termini attuali, ad un "presidio multizonale di riferimento"), la comunità bresciana assumeva la decisione storicamente più impegnativa per le proprie istituzioni sanitarie: la costruzione di un nuovo grande ospedale per gli "adulti", quello che sarebbe diventato l'attuale sede degli Spedali Civili.
Nel corso dei decenni l’attività dell’Ospedale dei Bambini si caratterizzava per il costante sviluppo ed il generoso impegno di medici apprezzati dalla comunità scientifica e profondamente stimati dalla città: tra queste figure, in particolare, ricordi i proff. A.Pagani-Cesa, F. Scolari, G. Tonini, L. Lenzi, C. Zunin.
La personalità del prof. Giuseppe Cesare Abba, soprattutto, è legata alla vita ed alle vicende dell’"Ospedalino", per la forte e radicata presenza nella cultura e nella storia cittadina, tale da identificarsi in un reale punto di riferimento, simbolo di autentica identità bresciana.
Negli anni ’70, mentre si profilava l’istituzione dell’Università con una propria facoltà di Medicina e Chirurgia, la programmazione sanitaria regionale ipotizzava di realizzare un nuovo complesso ospedaliero (Brescia Sud), destinato ad accogliere anche le strutture dell’"Ospedalino" le cui sedi non erano più in grado di garantire razionalità distributiva ed adeguata funzionalità, in rapporto alla evoluzione scientifico-tecnologica della medicina, nonché la necessaria umanizzazione della degenza, così essenziale per pazienti di età pediatrica.
Tramontata l’ipotesi del "Brescia sud" si ipotizzò di centralizzare le diverse sedi dell’ospedale dei bambini presso il Presidio "Ronchettino", opportunamente ristrutturato.
Anche questo progetto veniva abbandonato proprio mentre le strutture dell’ospedale dei bambini costituito in "Presidio Ospedaliero" della neonata Unità Socio-Sanitaria Locale, entravano a far parte, a pieno titolo, delle dotazioni didattiche e di ricerca dell’Istituzione Universitaria, a conferma e a definitivo riconoscimento della loro elevata specializzazione e della loro cruciale funzione per la formazione dei giovani medici.
La sede di Via Vittorio Emanuele II era ormai irrimediabilmente inadeguata, sia in termini abitativo strutturali, sia per l’incongrua collocazione urbanistica.
Nasceva, come soluzione alternativa, l’idea di trasferire l’Ospedale dei Bambini all’interno degli Spedali Civili, secondo un articolato piano progettuale il cui completamento si è realizzato nel corso del 1998.
La scelta di far confluire l’Ospedale dei Bambini fu assunta sulla base di articolate motivazioni, che, in particolare, comprendevano:
-
consapevolezza della inadeguatezza abitativo-strutturale e della inadatta collocazione nel contesto urbanistico della vecchia sede di via Vittorio Emanuele II;
-
preoccupazione in ordine alla diretta accessibilità a dotazioni scientifico tecnologiche acquisibili, all’epoca, solo da grandi complessi ospedalieri pubblici, sedi di insegnamenti universitari;
-
necessità di procedere a razionalizzazione dell’organizzazione assistenziale nell’ambito della più moderna e coerente formula del "Dipartimento Materno Infantile" espressione della integrazione funzionale tra settori della medicina preventiva del "territorio" ed équipe ospedaliere ostetrico-pediatriche.
Il trasferimento del 1998 ha sicuramente costituito un passo importante per assicurare ai piccoli pazienti una situazione più adeguata ma non ha risolto tutti i problemi, anche perché è avvenuto in una situazione "provvisoria" che non ha consentito a tutte le unità operative di avere una sede definitiva, non essendo completamente agibili le strutture originariamente destinate ad accoglierlo.
La Direzione Aziendale è oggi consapevole che la particolare utenza che accede all’Ospedale dei Bambini vive, più di qualsiasi altra categoria di pazienti, la necessità di senso di sicurezza, socializzazione, tutela psicologica e che quindi il soddisfacimento di tali bisogni richiede l’esistenza di una organizzazione ospedaliera ispirata a modelli specifici e "dedicati".
E’ stata garantita all’Ospedale dei Bambini la massima autonomia organizzativa ed è in corso un riesame della situazione che va riproponendo, con forza, il progetto di ricostruire per la cittadinanza bresciana una Nuova Sede per l’Ospedale dei Bambini. La Carta dei Servizi fotografa oggi la situazione esistente cercando di fornire tutte le indicazioni utili a far si che i genitori dei piccoli pazienti possano trovare accoglienza, professionalità di alto livello, strutture efficienti insieme al rispetto e alla tutela della personalità infantile.Oggi pertanto l’Ospedale dei Bambini, ha propri spazi ed un’organizzazione autonoma all’interno dell’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia, abbracciando uno spettro di attività che spaziano dalle competenze superspecialistiche di secondo e terzo livello, alla gestione del territorio e delle sue esigenze (Pronto Soccorso, attività distrettuale), alla evoluzione verso forme di sperimentazione gestionale avanzata e di ospedalizzazione domiciliare (ad esempio le Case del Bambino) nell’ambito di un dipartimento a forte spinta gestionale e funzionalmente collegato con i dipartimenti specialistici per le competenze in essi collocate, in primis, il dipartimento ostetrico ginecologico per la tutela del binomio madre-bambino